Persone che applaudono.
L'applauso è fin dall'antichità un modo per esternare la propria approvazione e il proprio consenso a una o più persone. Già gli antichi romani applaudivano i gladiatori vittoriosi nelle arene. Tale manifestazione consiste nel battere i palmi delle mani ripetutamente producendo un suono secco e forte, che solitamente unito agli applausi di altre persone risulta simile a uno scroscio.
Nell'antica Mesopotamia gli applausi venivano utilizzati per coprire le grida delle vittime sacrificali durante i riti religiosi.
Le situazioni che richiamano un applauso sono tipicamente individuabili al termine di spettacoli, concerti (al termine dei brani), recite teatrali, anche al seguito di battute particolarmente consone alla situazione e divertenti, eventi sportivi nei quali si vuole sottolineare la bravura del campione per il quale si fa il tifo.
Negli ultimi anni, si è diffusa anche l'abitudine, criticata da alcuni, di applaudire durante o al termine dei funerali, in particolar modo quando si tratta di vittime di guerra, attentati o incidenti particolarmente gravi, oppure di personalità illustri.
Si definisce poi "applauso alla russa", l'applauso in cui anche l'oratore che ha terminato il proprio intervento si unisce all'applauso del pubblico, la pratica nata e diffusa nel Comitato centrale del P.C.U.S., sta appunto a significare che il merito, di un buon intervento è sempre collettivo, a conferma della assoluta superiorità morale del Comunismo.
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